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domenica 14 marzo 2010

Golpe Borghese

7 Dicembre 1970, notte. Gli uomini del Principe Nero Junio Valerio Borghese si muovono, il golpe è in atto. No, non si tratta di una distopia, è la pura realtà. Nel 1969 era iniziata la programmazione del Colpo di Stato. Gli uomini di Borghese, in stretto accordo con alcuni vertici militari, avrebbero dovuto occupare il Ministero degli Interni, il Ministero della Difesa, le sedi RAI e degli altri mezzi di comunicazione. Inoltre era previsto il rapimento del Presidente della Repubblica Saragat e l’assassinio del Capo della Polizia Vicari. Il Ministero degli Interni e il Ministero della Difesa vennero effettivamente occupati, un gruppo di Guardie Forestali era appostata fuori la sede della RAI e altre truppe si muovevano per occupare Sesto San Giovanni. All’improvviso, quando nulla sembrava ostacolare la presa del potere, il golpe venne sospeso per ordine dello stesso Borghese.
Come testimoniato da Amos Spiazzi sembra che il golpe fosse in realtà fittizio. Sarebbe stato subito represso e usato come scusa dal Governo democristiano per emanare delle leggi speciali. Borghese, accortosi della trappola, avrebbe fermato le operazioni. Recentemente, invece, è stata formulata l’ipotesi secondo cui l’ordine di stop fu dato dagli Stati Uniti che avrebbero dato il loro beneplacito solo se il capo del nuovo assetto politico fosse stato Andreotti (!). Questa ipotesi non esclude l’altra, anzi.
Nel 1974 Andreotti, allora Ministro della Difesa, presentò alla magistratura un dossier del SID diviso in tre parti contenenti i piani del golpe. Nel 1991 si scoprì che tale rapporto era stato volontariamente tagliato eliminando le parti in cui si parlava del futuro Capo di Stato Maggiore Torrisi (iscritto alla P2, tra le altre cose), della P2, di Licio Gelli e di un presunto patto di Borghese con Cosa Nostra, tra l’altro confermato da alcuni pentiti come, per esempio, Buscetta.
Il 30 Maggio 1977 iniziò il processo. Si scoprì che gli Stati Uniti erano a conoscenza del piano di golpe. Il processo si concluse in secondo grado in Corte d’Assise d’appello con l’assoluzione di tutti gli imputati perché “il fatto non sussiste”, aggiungendo che tutto ciò che era successo non era che il parto di un “conciliabolo di quattro o cinque sessantenni”.

Ecco il primo di una lunga serie di articoli sulla “storia alternativa”, spesso taciuta dai più. Leggete e tenete a mente, molti personaggi e avvenimenti ritorneranno quando parleremo dell’intricato caso P2.

Per chi volesse saperne di più:http://www.archivio900.it/it/documenti/doc.aspx?id=175

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