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mercoledì 24 febbraio 2010

I Sette Fratelli


C’erano una volta sette fratelli, contadini, figli di Alcide. Erano i sette fratelli Cervi dei Campi Rossi, Gattatico. Sì, sono i sette fratelli uccisi barbaramente dai fascisti, per ordine di Enzo Savorgnan, membro del P.N.F., prefetto di Reggio Emilia e, guarda caso, medaglia d’argento al Valor Militare.
La famiglia Cervi, da sempre democratica e antifascista, prese parte attiva durante la Resistenza, la loro cascina divenne porto sicuro per partigiani e antifascisti, ospitarono anche due soldato dell’Armata Rossa feriti.
Nella notte tra il 24 e il 25 Novembre 1943 i barbari, durante un rastrellamento, arrestarono i sette fratelli e li portarono a Reggio Emilia. Qui, nel poligono di tiro, vennero fucilati. Alcide, loro padre, riuscì a dare una degna sepoltura ai figli solo nel 1945.
Per il suo impegno partigiano gli venne data una medaglia d’oro dello scultore Mazzacurati. La medaglia raffigurava, da un lato, l’effige di Alcide e, dall’altro, una quercia con sette rami spezzati in cui compaiono le sette stelle dell’orsa.
Con questo articolo voglio innalzare un grido: non dimentichiamo il sacrificio dei Sette Fratelli! Teniamo viva la loro memoria!
"E terra e acqua e vento,
non c’era tempo per la paura
nati sotto la stella quella più bella della pianura,
avevano una falce
e mani grandi da contadini
e prima di dormire
un padre nostro
come da bambini.
Sette figlioli sette
di pane e miele
a chi li do
sette come le note
una canzone gli canterò.
E pioggia e neve e gelo
e fola e fuoco insieme al vino
e vanno via i pensieri,
insieme al fumo su per il camino.
Avevano un granaio,
e il passo a tempo di chi sa ballare
di chi per la vita
prende il suo amore
e lo sa portare.
Sette fratelli sette
di pane in miele,
a chi li do non li darò alla guerra
all’uomo nero non li darò.
Nuvola lampo e tuono,
non c’è perdono per quella notte
che gli squadristi vennero
e via li portarono coi calci e le botte.
Avevano un saluto,
e degli abbracci quello più forte
avevano lo sguardo
quello di chi va incontro alla sorte.
Sette figlioli sette,
sette fratelli
a chi li do
ci disse la pianura
questi miei figli
mai li scorderò.
Sette uomini sette
sette ferite
e sette solchi
ci disse la pianura
i figli di Alcide
non sono mai morti.
In quella pianura,
da Valle Re ai Campi Rossi
noi ci passammo un giorno
e in mezzo alla nebbia
ci scoprimmo commossi."
(Testo della canzone "La Pianura dei Sette Fratelli", The Gang)

2 commenti:

  1. Questa canzone mi commuove tutte le volte che l'ascolto!.. non ce li dimentichiamo mai .. e come loro tanti altri...
    per is ette fratellI!

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  2. Beh, sì...come canzone è molto commovente...come la storia dei Sette Fratelli, d'altronde

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