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giovedì 25 febbraio 2010

Al Dievel

Secondo articolo che parla di eroi partigiani spesso taciuti dai media. Stavolta parleremo di Germano Nicolini, Comandante Diavolo…o più semplicemente “al Dievel”.
Germano Nicolini è nato a Fabbrico nel 1919, figlio di una famiglia contadina. Durante la Liberazione, col nome di Comandante Diavolo, diventa comandante della 77a Brigata Manfredi (SAP). Si distingue per l’equilibrio e la difesa di prigionieri fascisti, evitando episodi di giustizia sommaria.
Finita la guerra si presenta alle elezioni per il Partito Comunista Italiano e viene eletto sindaco di Correggio. Il 18 Giugno 1946 viene ucciso il parroco di Correggio, don Umberto Pessina e Nicolini, assieme a Ello Ferretti e Antonio Prodi è accusato dell’assassinio. I veri colpevoli confessano ma vengono accusati di autocalunnia. Il testimone chiave ha ammesso di aver confessato dopo essere stato torturato dagli uomini del capitano Pasquale Vesce che, per la solerzia con cui ha risolto il caso, ha ottenuto la commenda pontificia dell'Ordine di San Silvestro Papa e fu promosso generale.
Condannato a 22 anni il Comandante Diavolo ne sconta solo 10 grazie alla riapertura del caso, nel 1990, su invito dell’onorevole Otello Montanari. I veri assassini rimasero liberi e, in rispetto all’amnistia del 1953 per i delitti politici commessi entro il 18 Giugno 1948, vennero prosciolti nel 1993, mentre Nicolini e gli altri due arrestati vennero definitivamente assolti per non aver commesso il fatto soltanto nel 1994.
Un altro eroe italiano di cui nessuno parla ma a cui tutti devono molto. A differenza dei Sette Fratelli Cervi non è stato vittima dei fascisti, ma della società malata del dopoguerra. Teniamo alta la memoria e l’onore del Comandante Diavolo!

1 commento:

  1. Questa è un'altra storia bellissima .. o meglio terribile e affascinante allo stesso tempo, e la canzone dei modena è maledettamente azzeccata!.. grazie di avercela ricordata!

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