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venerdì 5 novembre 2010

Novantatreesimo anniversario della Rivoluzione d'Ottobre

La notte del 6 Novembre 1917 iniziò quel grande processo che portò, il giorno successivo, al compimento della Rivoluzione d’Ottobre (in Russia, data l’adozione del calendario giuliano, era Ottobre e non Novembre) e alla nascita della Russia sovietica e bolscevica.
Il 7 Novembre 2010 sarà quindi il novantatreesimo anniversario dell’Ottobre, è doveroso per ogni vero comunista ricordare e festeggiare questa gloriosa giornata.
Bisogna farlo nonostante le accuse e le menzogne che di sicuro arriveranno dalla borghesia italiana e mondiale. Dovremo sempre più ribadire le nostre ragioni e la verità storica. Tre anni fa, in occasione del novantesimo dell’Ottobre, la versione dominante nella borghesia era che la Rivoluzione guidata da Lenin era in realtà una controrivoluzione. Perché? Ovviamente perché vi era già stata la rivoluzione menscevica. Una vecchia bugia rispolverata dai reazionari!
La rivoluzione menscevica, o Rivoluzione di Febbraio, portò all’abdicazione dello zar Nicola II e alla caduta dello zarismo e dell’autocrazia. Era, in definitiva, una rivoluzione borghese, come borghesi erano i menscevichi e tutti i loro sostenitori, di ieri come di oggi.
Senza entrare in vari dettagli, il Governo provvisorio guidato da Kerenskij si dimostrò ben presto reazionario. Tra i vari atti di Kerenskij vanno ricordati:
1) la repressione delle azioni contadine
2) la soppressione della propaganda bolscevica
3) la decisione di continuare la guerra contro Germania e Austria-Ungheria
4) il tentativo di riportare “disciplina” nell’esercito e di riportare all’obbedienza i soldati tramite, anche, la reintroduzione della pena di morte al fronte.
Questi fatti, i più eclatanti se vogliamo, alienarono al Governo provvisorio le simpatie del proletariato organizzato che fino a poco prima lo avevano sostenuto. Queste decisioni portarono anche a un altro grave fatto: il tentato colpo di Stato di Kornilov.
Il Generale Kornilov, nominato da Kerenskij comandante in capo dell’esercito, consegnò, praticamente senza combattere, la città di Riga alle truppe tedesche. La capitale Pietrogrado era quindi sotto seria minaccia. Inoltre Kornilov ordinò a un reggimento di cavalleria di marciare sulla città, a coronamento del suo atto controrivoluzionario. La capitale venne difesa magistralmente dai bolscevichi e dalla loro Guardia Rossa. I sospetti di un coinvolgimento di Kerenskij nel tentato golpe aumentarono. Mentre il Governo e Kerenskij perdevano sempre più punti agli occhi della popolazione cresceva l’influenza dei bolscevichi e di Lenin. Proprio in questa ottica va vista la Rivoluzione d’Ottobre. Non atto controrivoluzionario, ma proseguimento dei sentimenti rivoluzionari degli operai, dei contadini e dei soldati. Perché, piaccia o no, i bolscevichi erano completamente appoggiati dalla popolazione di Pietrogrado prima e di tutta la Russia poi.
Altra tipica menzogna della borghesia è riferita al cosiddetto “terrore rosso”. Secondo la borghesia le vittime del terrore e della Ceka furono centinaia, se non migliaia. Ma la cosa più divertente è che i borghesi spiegano la nascita della Ceka come se una mattina Lenin e i bolscevichi si fossero svegliati e avessero deciso di fucilare i cittadini, così, per divertimento. E con questa affermazione si evince tutta l’idiozia e la mistificazione della borghesia reazionaria italiana e mondiale. Perché, è vero, la Ceka venne istituita e, inevitabilmente, portò qualche vittima, ma il motivo per cui venne istituita è molto grave e fa comodo agli imperialisti non ricordarlo.
La Ceka venne istituita dopo lo scoppio della guerra civile e l’invasione della Russia da parte di ben quattordici eserciti stranieri, appartenenti alle più grandi nazioni imperialiste. In situazioni simili a queste la più rigida disciplina è inevitabile e qualsiasi potenza, inevitabilmente, aumenterebbe i controlli o istituirebbe una forma di polizia segreta. Certo, qualche sopruso da parte di persone indegne e per nulla marxiste c’è stato. E pronta è arrivata la risposta di Lenin e del Governo sovietico, come testimoniano diverse lettere. Cosa che, invece, non accade nelle potenze borghesi in situazioni simili. Da ridimensionare inevitabilmente, poi, il numero delle vittime che, secondo la reazione, ammontano a diverse migliaia. Certo, proprio come dice il buon Solženicyn nel suo attacco a Lenin e all’Ottobre. Tesi più volte smentita da diversi autorevoli storici, in primis Edward H. Carr. Magistrale è la sua esposizione dei fatti accaduti durante la guerra civile e degli atti compiuti dalla Ceka nei primi capitolo del noto libro “La Rivoluzione bolscevica”.
Proprio da qui dobbiamo partire per ricordare l’Ottobre. Dalla verità storica, dalla costante, incessante ricerca della verità, contro le falsità borghesi che, ad oggi, si sentono anche da alcuni illustri “comunisti”. Il nostro compito, da marxisti e da rivoluzionari, è di ricordare la vera Rivoluzione russa e di informare il popolo sulla verità, eliminare quel velo di nebbia che copre gli occhi alle masse e che tanto fa comodo ai potenti.
Viva la Rivoluzione bolscevica, viva il comunismo!

Per meglio comprendere il lungo processo che portò alla Rivoluzione d’Ottobre si consiglia la lettura dei seguenti libri:
- “La Rivoluzione bolscevica” di Edward H. Carr
- “Dieci giorni che sconvolsero il mondo” di John Reed

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