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lunedì 8 novembre 2010

Sui fatti di Brescia

Il Governo Berlusconi è, innegabilmente, il Governo più reazionario dai tempi di Tambroni.
La riprova si è avuta proprio oggi, lunedì 8 novembre 2010, a Brescia. Come purtroppo pochi sapranno (si sa, di certe cose è bene non parlarne) da giorni a Brescia sei immigrati vivono su una gru per protestare contro una sanatoria truffa. In cosa consiste questa truffa? Molto semplice. Citiamo testualmente da un articolo trovato sul sito internet del “Corriere della Sera” (citando il più grande giornale borghese si eviteranno commenti che sottintendono una nostra falsificazione dei fatti): “Gli immigrati si sono sobbarcati un complesso iter burocratico, scaricato quasi per intero sulle loro spalle, ivi comprese umilianti code in questura e alla posta, per non parlare dei costi insostenibili per chi spesso non arriva a mettere insieme 500 euro al mese. Poi, quando si è trattato di incassare l'ultimo passaggio burocratico, il datore di lavoro si è sfilato, rifiutandosi di apporre la propria firma alla richiesta di permesso di soggiorno, perché in difficoltà economiche o perché, più semplicemente, gli conveniva fare così.”.
Una protesta più che giusta. Assieme alla protesta degli immigrati si è venuto a formare, altrettanto giustamente, un presidio a sostegno della lotta. A questo presidio ha partecipato, tra gli altri, Alberto Gobbi, presidente dell’associazione Diritti per Tutti. Egli, assieme ad altri, è stato partecipe dell’ennesimo, violento, reazionario atto del Governo borghese italiano. Alle ore 6 di stamani la Polizia e Carabinieri, appendici dello Stato borghese, sono intervenuti per sgomberare il presidio. Ovviamente hanno trovato la resistenza dei ragazzi dei centri sociali. Dopo i soliti insulti, spintoni e pugni ben cinquanta persone sono state portare in Questura (tre persone, invece, sono state fermate per resistenza). Tra questi anche il sopracitato Gobbi. Non basta: le forze dell’ordine hanno anche blindato Piazza Cesare Battisti e Piazza Loggia per non far transitare nessuno. Azioni, queste, che ci portano indietro nel tempo e ben fanno notare l’involuzione fascista della borghesia italiana. Proprio come anni fa la grande borghesia, non riuscendo a fronteggiare la crisi e le proteste, si sta affidando a metodi sempre più repressivi.
Ora la paura più grande dei sei immigrati sulla gru è quella di restar tagliati fuori, senza cibo né acqua (garantiti proprio dal presidio sostenitore della protesta).
Da notare poi il comunicato della Questura a giustificazione del vile atto. Citiamo testualmente: “L’operazione è finalizzata alla messa in sicurezza del cantiere della metropolitana di Piazzale Cesare Battisti. In particolare, lo scopo è garantire le condizioni di sicurezza degli stessi manifestanti, liberando da eventuali curiosi o assembramenti di persone il piazzale sottostante la gru, in modo che nessuno possa accedere al cantiere se non autorizzato e mettere in pericolo la sicurezza propria o altrui. A tutela degli stessi 6 manifestanti posizionati sulla gru, contestualmente, è stato espressamente chiarito loro che l’operazione non era in alcun modo finalizzata a farli scendere con l’uso della forza, bensì a garantire che altri non accedano alla struttura recando pregiudizio alla propria e loro incolumità”.
Garantire l’incolumità, certo. O forse impedire la fuoriuscita di notizie non gradite? Piegare i manifestanti senza spargimenti di sangue? Dopotutto senza sostegno né, probabilmente, viveri per quanto resisteranno ancora i sei?
La verità è che quella fatta oggi dalle forze dell’ordine è una azione reazionaria e fascista ingiustificabile!
Il sindacato (CGIL) poi, nel momento in cui bisogna sostenere senza riserve la lotta senza compromessi, cerca di aprire trattative. La Camusso sta cercando di contattare il Ministro Maroni.
La nostra parola d’ordine, invece, deve essere pieno sostegno ai manifestanti, incoraggiamento della lotta ed estensione di essa in tutti i luoghi, ovunque vi siano i presupposti per farlo. Dobbiamo batterci per far sì che ciò avvenga. Dobbiamo anche protestare contro le azioni repressive della Polizia e dei Carabinieri e informare la popolazione di fatti altrimenti taciuti.
Questo il nostro grande dovere.

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