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mercoledì 14 luglio 2010

SUL CARATTERE DELLA NUOVA BORGHESIA E SULLA NECESSITÁ DI UNA NUOVA UNITÁ PROLETARIA

Perdonatemi, è da un bel po' che non scrivo. Ad ogni modo torno a deliziarvi con un post che, spero, verrà pubblicato, in forma leggermente ampliata, come lettera sul giornale locale della mia zona. Buona lettura.

SUL CARATTERE DELLA NUOVA BORGHESIA E SULLA NECESSITÁ DI UNA NUOVA UNITÁ PROLETARIA

Verrebbe da chiedersi se, come accadde molti anni fa, la borghesia italiana, per sopravvivere alla crisi da essa stessa generata, si stia affidando a un nuovo autoritarismo fascisteggiante.
Verrebbe altresì da chiedersi quali Partiti si accorgono di ciò e tentano di reagire, ritrovando il contatto col proletariato, che troppo spesso difendono a parole ma non coi fatti, e lavorando per una nuova unità dei lavoratori.
Andiamo con ordine, esponiamo i fatti e, senza utilizzare retorica metafisica e filosofia spicciola, tanto cara ad alcuni “difensori” dei lavoratori, atteniamoci ad essi per una buona critica del sistema in cui ci troviamo, magari facendoci aiutare dalla Storia, poiché molte cose si possono meglio comprendere col suo ausilio. D’altronde, si sa, la borghesia, per mantenere il suo potere e la sua supremazia sul proletariato, si affidano a vecchie formule, anche se rivestite di una nuova “vernice”.
Giovedì otto luglio 2010 la polizia ha caricato e manganellato i lavoratori della Mangiarotti Nuclear di Milano.
A pochi passi dalla Prefettura il corteo è stato caricato dai poliziotti in tenuta antisommossa e cinque lavoratori sono rimasti feriti (uno, addirittura, è stato portato via in ambulanza).
Fonti della Questura giustificano il fatto come “azione di contenimento” (!), i manifestanti non si sarebbero fermati al punto prestabilito.
Secondo Rosario Schiettini, delegato FIOM nell'azienda “il percorso del corteo era stato autorizzato , ma all'imbocco di corso Monforte uno schieramento di forze dell'ordine ci ha impedito di arrivare fino al portone della prefettura. Sono partite le cariche e cinque operai sono stati colpiti dalle manganellate: uno di loro è stato portato via in ambulanza".
Oltre ai lavoratori della Mangiarotti hanno partecipato al corteo anche una delegazione dei lavoratori della Maflow di Trezzano sul Naviglio e alcuni esponenti dei centri sociali.
Ricordiamo che gli operai della Mangiarotti sono in presidio permanente dal dicembre scorso: vogliono solo tornare a lavorare. Hanno fatto causa all'impresa che li aveva messi ingiustamente in cassa integrazione straordinaria e l'hanno vinta, ma il lavoro non è tornato. Gli ultimi pezzi in produzione pare stiano per essere prelevati e portati in Friuli o direttamente in Francia, dal committente.
Non basta.
Il quattordici luglio si legge sui giornali che un lavoratore, delegato FIOM dello stabilimento FIAT di Mirafiori è stato licenziato per aver inviato con la mail aziendale, la vigilia del famoso referendum di Pomigliano, un comunicato dei lavoratori polacchi che invitano gli operai italiani a reagire e a lottare per la salvaguardia dei propri diritti.
Non basta, altri due delegati FIOM e un lavoratore sono stati sospesi e, probabilmente, verranno licenziati. Perchè? Per aver impedito, con uno sciopero, agli altri lavoratori di lavorare. La protesta era scoppiata dopo la richiesta FIAT di aumentare la produzione del 10% senza offrire nuove assunzioni e, tra l’altro, lasciando cassaintegrati diversi lavoratori.
Ora, da questi due fatti (presi come esempio, se ne potrebbero citare altri) appare evidente il nuovo carattere reazionario e autoritario della borghesia italiana. Sembra di tornare ai primi decenni del Novecento, i lavoratori sono ancora mezzi per accrescere la produzione, non uomini e, in quanto tali, non possono protestare e devono subire passivamente tutte le violenze ai loro diritti, ottenuti dopo anni di dure lotte. La sostanza è questa, checchè i potenti borghesi ne dicano. E, purtroppo, sembra che tutto questo avvenga.
Perchè? Perchè anni e anni di socialdemocrazia sembrano aver fatto sparire la coscienza di classe del proletariato, hanno diviso i lavoratori. La frammentazione continua grazie a quei Partiti di sinistra o pseudo-comunisti che solo a parole difendono i lavoratori e poi, nei fatti, voltano le spalle al proletariato e combuttano con la borghesia! Possiamo però assicurare che la coscienza di classe di tutti i lavoratori non è sparita, è solo addormentata e aspetta di svegliarsi e si sveglierà, basta solo che venga stuzzicata. È essenziale, di vitale importanza, per il futuro dell’Italia una nuova solidarietà, una nuova unità tra lavoratori per ripartire con una nuova e dura lotta che elimini definitivamente i problemi e le ambizioni di autorità della borghesia.

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